Può capitare a chiunque di aver bisogno di piccole somme di denaro per poter affrontare spese urgenti ed improvvise. Non avendo disponibilità economica immediata, si può ricorrere ai piccoli prestiti. Questi sono dei veri e propri finanziamenti erogati da istituti finanziari che non prevedono particolari garanzie, come accade invece per la richiesta di cospicue somme.
I tempi di prestito non oneroso non superano generalmente i 12 mesi per il piano di rimborso, questo perché si tratta di somme corrispondenti a poche migliaia di euro. Ad ogni modo, ogni situazione è comunque a sé e meritevole di essere valutata indipendentemente dalle altre. In base alle garanzie fornite, alla situazione reddituale e creditizia del richiedente, avremo anche diverse tipologie di tassi di interesse, oltre che una maggiore o minore possibilità di vedersi “accettata” la richiesta.
L’importo dei piccoli prestiti parte pressappoco dai 1.000 euro fino ad arrivare ai 10.000 euro. Generalmente si tratta di somme esigue, la cui importanza e la relativa richiesta di garanzie è valutata singolarmente a discrezione dell’istituto di credito erogatore.
Per usufruire di queste piccoli sovvenzioni, si può ricorrere a diversi espedienti: dalla carta revolving alla cessione del quinto. Le carte revolving sono carte che offrono l’opportunità di pagare alcune spese mensili a rate e senza essere vincolati da particolari tipi di garanzie. Se si è iscritti all’elenco dei cattivi pagatori invece, si può ricorrere ai prestiti cambializzati poiché la garanzia principale in questo caso è data da un eventuale pignoramento dei beni in caso di insolvenza nei pagamenti delle rate. In tal modo, gli istituti erogatori tutelano la propria posizione senza mettere troppi freni alla clientela.
In materia di finanziamenti, il prestito libero, che non prevede l’introduzione di rate e di interessi o spese di istruttoria iniziali, si chiama prestito infruttifero, proprio per la sua natura libera e svincolata da un ritorno economico. Il prestito infruttifero decorre tra soggetti privati come ad esempio i soci di una data azienda, fratelli, genitori a figli e cosi via. La restituzione della somma erogata prevede esclusivamente la quota capitale e secondo le modalità pattuite liberamente tra le parti contraenti. Naturalmente queste decisioni devono necessariamente essere deposte in forma scritta per non incorrere in sanzioni e problemi di varia natura fiscale.
Anche nel caso di prestito infruttifero occorre attenersi alla legge in materia per non commettere, anche involontariamente, reati tipo riciclaggio di denaro e effettuazione di pratiche scorrette. Inoltre dal momento in cui, spesso si manipolano somme ingenti, potrebbe accadere che l’Agenzia delle Entrate effettui dei controlli. In ragione di ciò è consigliabile farsi seguire e prestare attenzione ad effettuare i movimenti bancari nella maniera giusta e sempre secondo le proprie possibilità economiche.
Nei documenti attestanti il prestito, che verranno firmati dal beneficiario e dall’erogatore della somma, devono essere indicati i nomi delle parti contraenti, il codice fiscale, la data, il luogo, e tutti gli altri dati sensibili utili; la somma in questione; le modalità di restituzione del prestito e le eventuali scadenze pattuite. Per evitare che l’Agenzia delle Entrate decida di fare dei controlli approfonditi inutilmente, è importante specificare la causale e quindi il motivo per cui si stanno facendo muovere questi soldi. Nel suddetto documento, che non è propriamente un contratto, possono essere eventualmente indicate anche le sanzioni in caso di insoluti. Naturalmente, trattandosi di un prestito infruttifero non saranno specificati interessi.
In caso di decesso del beneficiario di un prestito, bisogna valutare il tipo di finanziamento prima di avere una risposta precisa sul cosa accade. In linea generale, i finanziamenti sono coperti da una polizza assicurativa sulla vita. In caso di cessione del quinto, ad esempio, che consiste nella detrazione di 1/5 dello stipendio, non c’è da preoccuparsi molto in quanto al momento della sottoscrizione del contratto, si firma anche per un’assicurazione rischio vita che tutela non solo il beneficiario del prestito, ma anche tutti i suoi familiari così da non dover gravare su alcuna persona, anche nei casi più estremi.
L’assicurazione rischio vita è una clausola obbligatoria su questo genere di finanziamenti. Nella cessione del quinto, la rata mensile corrisponde generalmente al 20% dello stipendio o della pensione. Ma anche su altri generi di prestiti, l’assicurazione rischio vita serve a generare una tutela per l’ente finanziario o le banche e per tutti gli eredi o i parenti vicini. Naturalmente, se il tipo di prestito non prevede questa copertura assicurativa, saranno proprio gli eredi, a meno che non abbiano rinunciato all’eredità, a dover assolvere alle eventuali mancanze e a finire di pagare il rimborso.
Se nella cessione del quinto, la polizza assicurativa sulla vita è assolutamente obbligatorio, in altri tipi di prestiti, si tratta di polizze accessorie e quindi non facoltative. L’assicurazione in ogni caso è una clausola che può essere inserita laddove non sia obbligatoria e si può provvedere al pagamento sia in un’unica soluzione, durante le spese di istruttoria; sia mensilmente in soluzione rateale.
In linea teorica la risposta a questa domanda è si. Ma non sempre è così scontato. I fattori da considerare sono diversi. Primo fra tutti è il reddito: a quanto ammonta il guadagno è una valutazione necessaria. Tuttavia non è tutto: altrettanto fondamentale è il proprio atteggiamento nei confronti del rimborso mensile. Il fatto stesso di avere un finanziamento in corso, non è di per sé una situazione conflittuale con un’ipotetica altra richiesta di prestito. L’ente finanziario, o la banca terrà certamente conto del numero di finanziamenti in corso e dello stipendio per poter valutare il restante stipendio una volta sottratte le rate mensili. Questa valutazione è imprescindibile poiché è naturale e legalmente tutelata la situazione in cui una persona debba poter disporre di una liquidità tale da rendergli il sostentamento fattibile e dignitoso.
Prima di poter dare una risposta certa, occorre capire se siamo sempre stati regolari con i pagamenti e se abbiamo eventuali insoluti da pagare. L’ente bancario o finanziario potrebbe rifiutare una richiesta anche in visione di un solo insoluto. Ogni finanziaria che deve decidere se prendere o meno l’onere di prestito, ha il diritto di tutelarsi secondo le proprie modalità e quindi scegliere di non erogare il prestito. I controlli sono molto ben effettuati e qualche ente bancario o finanziario, potrebbe anche consultare la Centrale Rischi e la CRIF.
l prestito con delega è un tipo di finanziamento che consente a chi ha già un prestito in corso mediante cessione del quinto, di incrementare la rata mensile. Questo tipo di prestito è definito anche doppio del quinto e ha una durata massima di 10 anni. Anche coloro che sono titolari di una pensione, possono ricorrere al doppio del quinto e così tentare di estinguere prima il proprio debito. Essendo la cessione del quinto circostanziata ad un massimo del 20% di detrazione dello stipendio; ne consegue che il doppio del quinto non può essere superiore a due quinti dello stipendio.
La cessione del quinto è un tipo di finanziamento molto elastico che consente anche ai mal pagatori, iscritti alla CRIF e protestati di ottenere un accettazione. Di conseguenza, anche il doppio del quinto prevede la medesima attuazione.
Il prestito pre approvato è una definizione di stato che riguarda il finanziamento e più precisamente lo stato di una domanda. La pre approvazione è l’accettazione iniziale della richiesta da parte dell’istituto di credito o della banca. In pratica è un atto preliminare con cui questo ente esprime un primo parere. Prima di giungere alla pre approvazione, l’istituto bancario deve valutare delicatamente i requisiti primari del richiedente: le garanzie, i dati sensibili, la situazione reddituale e l’affidabilità creditizia. In ogni caso, questa pre approvazione non definisce una risposta certa: anzi, la pre approvazione è la fase preliminare l’istruttoria. L’istruttoria è la fase centrale, che valuta definitivamente lo status e fornisce un rifiuto o un’accettazione definitiva.
Nella fase di pre approvazione si esamina la somma di denaro richiesta, il reddito della persona che eventualmente beneficerà del prestito, la situazione creditizia e legale dei familiari se necessario, la possibilità di fideiussori e in ultimo il valore dell’oggetto per cui si sta richiedendo il prestito.
La pre approvazione di una richiesta di prestito può anche essere concessa online; e per tanto essere visualizzata direttamente via internet. Naturalmente è necessario chiedere il prestito online. In questo caso, per inviare la richiesta sarà necessario inviare tramite mail o via fax, i documenti necessari all’identificazione e tutto il resto dei documenti economico-legali occorrenti all’ente finanziatore per poter fare la prima valutazione.
Diverse banche e finanziarie concedono la possibilità di inoltrare la domanda sia online che fisicamente, per fornire una maggiore comodità ai propri clienti. Alcuni enti forniscono questa opportunità pre pagamento; altre in modalità totalmente gratuita.
Sul sito di ogni banca, saranno elencati nel dettaglio i documenti necessari. Generalmente però, questo servizio è totalmente gratuito. Per questo è bene accertarsi sempre sull’affidabilità dell’Istituto finanziario cui si intende inoltrare richiesta.
Se la fase di pre approvazione è superata, si passa alla fase successiva. In questo caso, si può decidere di continuare a fare affidamento alla banca in questione oppure di cambiare e rivolgersi ad un’altra banca. La vera approvazione, si avrà comunque in fase di istruttoria, che segue la pre approvazione. In questa infatti, il cliente otterrà anche la somma di denaro richiesta.
La CRIF è una banca dati; il cui acronimo sta per Centrale Rischi Intermediazione Finanziaria. Il suo compito è di controllare le informazione creditizie relative ai cittadini. La CRIF registra informazioni fiscali a seguito di richieste finanziarie ed eventuali comportamenti negativi da parte dei clienti. Le informazioni sono naturalmente inviate dalle banche e dagli enti finanziari che hanno erogato prestiti e non ricevuto rimborsi. La sua importanza è fondamentale per determinare un quadro di affidabilità creditizia esaustivo in merito ad ogni persona. Questo dettaglio sarà preso in considerazione come primario in caso di richiesta di prestiti. Per cui se si è già consapevoli di essere iscritti alla CRIF come mal pagatori, occorre tentare di cancellare il proprio nome da questa banca dati come tali.
E’ opportuno precisare alcune regole base per capire il funzionamento della legge fiscale: se ci si vede rifiutati un prestito, è bene capirne le cause in prima istanza. Successivamente, nell’eventualità vi siano mancati pagamenti, occorre rimborsare e annullare i debiti fiscali in corso. Una volta ultimato questo processo, è bene comunicare il saldo debitorio. Può decorrere un anno o poco meno dalla comunicazione alla cancellazione del proprio nome dalla lista “nera”. Questa avviene in ogni caso in maniera automatica. Se il ritardo dei pagamenti è relativo a più di due rate, è molto probabile che occorrerà attendere più di un anno per vedere cancellato il proprio nominativo dalla CRIF.
E’ molto importante prestare attenzione alla CRIF, in quanto se i debiti non vengono saldati, questa denominazione verrà con ogni probabilità estesa ad altri archivi, determinando una condizione critica che chiuderà le porte per eventuali futuri finanziamenti.
Normalmente quando si richiede un prestito, occorre fornire delle garanzie alla banca o all’ente finanziario cui si inoltra richiesta. Queste garanzie sono nella misura più comune la busta paga, la pensione o la dimostrazione di un reddito percepito dalla proprietà di immobili. Chi non dispone di beni patrimoniali o di un lavoro sicuro potrebbe pensare di essere automaticamente escluso dall’opportunità di vedersi accettato un prestito.
In realtà esistono prestiti senza garanzie. Queste persone sono: le casalinghe, i disoccupati, i lavoratori precari e gli studenti. Queste categorie possono scegliere di chiedere un prestito servendosi della figura di un garante, ossia di una persona che può fornire garanzie e prende personalmente l’impegno di pagare nell’ipotesi in cui il beneficiario del prestito non ottemperi ai propri debiti. Occorre ovviamente avere un garante a propria disposizione, cioè qualcuno di cui ci si fida molto e che viceversa si fidi molto di noi da volerci concedere la propria firma. Questa scelta è molto particolare, poiché obbliga il garante a diventare debitore della banca o dell’istituto finanziario nel caso di inottemperanza.
In alternativa, si può ricorrere al prestito cambializzato. Questo tipo di prestito si fornisce a coloro che non hanno un reddito derivante da un lavoro, ma dispongono di un patrimonio immobiliare da cui dimostrano di ricavare denaro. Il prestito cambializzato funziona mettendo a garanzia del prestito il bene immobiliare stesso. L’istituto di credito fornisce delle cambiali con scadenza al beneficiario. Se quest’ultimo non rimborsa entro la scadenza prestabilita, la somma erogata, l’istituto creditore ha il diritto di chiedere il pignoramento dell’immobile in questione.
In ultimo se uno studente ha necessità di ricevere un prestito per fronteggiare le spese di istruzione, di affitto e simili, può chiedere un prestito senza garanzie . Questa tipologia di prestito rivolto a tale categoria si svolge tramite una particolare modalità secondo la quale lo studente in questione può restituire la somma in un’unica rata oppure dopo un anno successivo alla conclusione degli studi. Questa formula non è tuttavia priva di tassi di interesse.
La prescrizione dei debiti è una particolare situazione in cui si verifica la non obbligatorietà da parte del beneficiario di un prestito di ottemperare al rimborso. Si tratta di un evento molto raro, che tuttavia può accadere in alcune circostanze. Si dice che i debiti siano andati in prescrizione proprio quando si verifica tale fattispecie. Per capire le dinamiche, occorre partire dal principio: dal momento in cui si sottoscrive un contratto di finanziamento, si assume lo status di debitore. Nel corso del tempo, il beneficiario deve restituire in formula rateale la somma erogata in suo favore. Se avvengono ritardi di varia natura, l’ente finanziario applicherà delle sanzioni, e nel peggiore dei casi comunicherà alla CRIF il nominativo per la segnalazione di cattivo pagatore. Dopo le dovute sollecitazioni e le operazioni attuate dal recupero crediti, il cliente sarà quasi obbligato a restituire in qualche modo la somma prestatagli. Tuttavia se ciò non accade, si viene a delineare un vero e proprio reato. In questa situazione il creditore deve, o meglio dovrebbe, denunciare il debitore che verrà chiamato in causa e giudicato in base alla legge.
Quando tutto l’iter appena enunciato non avviene, e il creditore non fa valere i propri diritti, può perdere la possibilità di avere il rimborso del denaro. Esistono naturalmente dei tempi prestabiliti dalla legge affinché un debito vada in prescrizione. Generalmente sono due i tempi: cinque anni e dieci anni. La maggior parte dei finanziamenti per beni e servizi ha un tempo di 10 anni. Ciò significa che il creditore ha tempo dieci anni prima di denunciare l’inottemperanza del proprio debitore. Tutti gli altri debiti, definiti senza la sottoscrizione di un contratto vanno in prescrizione dopo circa 5 anni.
Dal momento in cui i prestiti finanziari non sono facili da ottenere sempre; molti fanno o vorrebbero fare, affidamento sui prestiti interpersonali. Si tratta di prestiti assolutamente legali e regolati dalla legge, che talvolta nascondono qualche insidia. E’ doveroso conoscere tutti gli aspetti che riguardano i prestiti fra privati per poter decidere quando e come gestirli. Prima di tutto è bene specificare che i prestiti di questo genere offrono l’opportunità di avere una maggiore liquidità, e talvolta di evitare il pagamento degli interessi. Le speculazioni però non mancano ed è bene fare attenzione a tutti i probabili rischi.
I prestiti fra privati possono intercorrere fra amici e parenti; ma non solo: anche le piattaforme online sono ormai completamente definite per il social lending. Queste piattaforme prevedono piani di finanziamento in generale non molto dissimili dalle banche e dai comuni enti finanziari. Sono del tutto legali e in quanto tali, concedono somme di denaro a titolo di prestito con tutte le dovute tutele. Queste piattaforme consentono di mettere in collegamento acquirenti e creditori senza l’intermediazione della banca o dell’istituto finanziario. Di conseguenza, i tassi d’interesse saranno molto più flessibili.
In ogni caso, sia se si fa riferimento ad un prestito privato dove il creditore è un amico, sia se questo è invece una piattaforma di social lending, è bene sottoscrivere sempre un atto formale che attesti e comprovi il passaggio di denaro. Questo atto, pur non essendo un contratto vero e proprio, dà la possibilità all’Agenzia delle Entrate di controllarne le dinamiche.
E’ importante prestare attenzione quando si intende richiedere un prestito, in quanto sul web, il rischio è quello di imbattersi in siti fasulli che chiedono dati sensibili in cambio di un nulla di fatto. In alternativa, può accadere che per un’urgenza, ci si affidi ad amici o persone sconosciute, con il rischio di finire vittima di strozzinaggio. E’ bene chiedere sempre aiuto a persone ed enti qualificati ed autorizzati dalla legge e a pretendere ci siano documenti ed atti di sottoscrizione affinché non ci si trovi mai nella situazione di pericolo.
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