Piccolo prestito rinnovo: come e quando farne richiesta

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I lavoratori dipendenti pubblici, così come i pensionati appartenenti alla stessa categoria di lavoratori, possono avere accesso a dei piccoli prestiti. Tali finanziamenti sono pensati per offrire loro maggiore liquidità, e far fronte a spese di vario genere. Si tratta di fondi erogati e gestiti dall’Inps – ex Inpdap. Le somme ottenibili non sono mai esorbitanti, quindi se abbiamo bisogno di ulteriore denaro possiamo richiedere un rinnovo del finanziamento. Ma come farlo? E quanto ci costa? Scopriamo tutti i dettagli nelle prossime righe.

Che cos’è il piccolo prestito?

Per prima cosa vediamo che cos’è questo piccolo prestito. Innanzitutto è bene distinguere due tipologie di finanziamento: i piccoli prestiti e i prestiti pluriennali.

  • i piccoli prestiti ci consentono di ottenere somme minime. Di preciso possiamo ricevere fino a un massimo di 8 mensilità di stipendio del richiedente al netto (o della pensione). Il piano di ammortamento dura 12, 24, 36 o 48 mesi. I tassi di interesse previsti sono bassi (TAN del 4,25 %);
  • i prestiti pluriennali invece ci possono far accedere a somme anche cospicue. Il massimo ottenibile è di oltre 100.000 euro, e si può sottoscrivere il prestito quando abbiamo bisogno di una somma importante. Per la restituzione possiamo impiegare 5 o 10 anni, e il tasso di interesse è fisso al 3,5 %.

A chi è rivolto il piccolo prestito?

Come abbiamo già accennato il piccolo prestito, così come il prestito pluriennale, è rivolto a coloro che lavorano nel settore pubblico. Possono accedervi anche i pensionati. Il richiedente deve essere iscritto alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali.

Rimborso e piano di ammortamento

Per la restituzione del piccolo prestito possiamo impiegare 1, 2, 3 o 4 anni. Le rate che andremo a pagare sono composte da una quota capitale (la somma che la banca ci ha prestato), e una quota interessi (le spese che paghiamo per il prestito). La prima rata viene trattenuta a partire dal secondo mese successivo a quello in cui la somma pattuita ci viene erogata. Il pagamento delle rate può avvenire in contanti, presso la banca cassiera dell’Istituto, o con accredito sul conto corrente postale o bancario del richiedente.

Se il contraente decede, sopravviene invalidità assoluta o permanente (contratta per causa di servizio) durante il rimborso il debito rimanente non viene recuperato dall’Ente. Se invece il dipende passa alle dipendenze di un’altra Amministrazione questa dovrà essere informata del prestito dall’Ufficio precedente. Saranno forniti al nuovo datore di lavoro i dati del prestito, il conto delle ritenute eseguite e dei versamenti effettuati.

Come ottenere il finanziamento

Come possiamo richiedere tale finanziamento?

  • Gli iscritti alla Gestione che sono ancora in servizio possono presentare la domanda tramite l’Amministrazione di appartenenza, la quale provvederà poi a inoltrarla a chi di dovere in via telematica;
  • I pensionati invece devono inviare la domanda esclusivamente in via telematica.

Sul sito dell’Inps si possono trovare tutte le informazioni necessarie per procedere correttamente con la richiesta. Non avremo bisogno di ulteriori documenti, né di fornire all’Ente una motivazione per il denaro richiesto.

Importo richiedibile

Come abbiamo visto il piccolo prestito ci consente di ottenere piccole somme. Ma quanto di preciso? Molto dipende dal reddito del beneficiario, in quanto si calcola la somma richiedibile in base proprio allo stipendio mensile dello stesso. Nel dettaglio:

  • Nel caso di un prestito annuale possiamo ottenere una somma pari a una mensilità media netta dello stipendio o pensione del richiedente. Dovremo renderla poi in 12 mesi;
  • I prestiti biennali invece ci faranno ottenere due mensilità medie nette, da rimborsare in 24 rate mensili;
  • I prestiti triennali poi ci consentono di ricevere dall’Ente una somma pari a tre mensilità medie nette dello stipendio o pensione. In questo caso renderemo la somma in 36 mesi;
  • Infine con un prestito quadriennale otteniamo quattro mensilità medie, da restituire in 48 mesi.

Se il debitore non ha ulteriori debiti o trattenute in corso per cessioni del quinto dello stipendio può richiedere il doppio della somma, in tutti e quattro i casi.

Tassi di interesse

Ovviamente anche questo finanziamento prevede dei tassi di interesse, anche se minimi. Nello specifico le spese previste sono:

  • il TAN (tasso di interesse nominale annuo), pari al 4,25 % della somma ricevuta;
  • le spese di amministrazione, pari allo 0,50 % del valore del prestito;
  • e infine un premio per fondo rischi, da calcolare in base al caso specifico.

Consultando il sito web dell’Inps possiamo calcolare facilmente i dettagli del nostro finanziamento, grazie a un pratico simulatore del prestito.

Dettagli sul rinnovo

Adesso che abbiamo ben chiaro come funziona il piccolo prestito possiamo capire come attuare il rinnovo dello stesso. Il rinnovo dei prestiti agevolati Inps (ex gestione Inpdap) può avvenire solo dopo che dei tempi minimi siano trascorsi. Quali sono nel dettaglio?

Un piccolo prestito può essere rinnovato solo se il piano di rimborso si trova circa a metà della sua attuazione. Nel caso specifico, prima di chiedere che venga rinnovato il finanziamento, è necessario che il debitore abbia rimborsato almeno:

  • 6 rate, per i prestiti di durata annuale;
  • 12 rate, nel caso di un finanziamento biennale;
  • 18 rate, se il prestito ha scadenza triennale;
  • e 24 rate, se si tratta di un prestito quadriennale.

Nel caso di un finanziamento rinnovato l’Ente erogatore chiude il finanziamento in corso. Ciò che resta da pagare del vecchio debito viene spalmato sull’importo dovuto per il nuovo finanziamento. Si tratta di una sorta di nuovo prestito, in cui andremo a pagare anche il restante del prestito precedente.

Rinnovo con cessione del quinto

Nel caso di un prestito pluriennale Inps ex Inpdap i tempi previsti per il rinnovo cambiano.

  • I finanziamenti di durata quinquennale prevedono un rinnovo solo dopo aver saldato i primi due anni di rimborso;
  • I prestiti con durata decennale invece si possono rinnovare solo nel caso in cui siano trascorsi almeno 4 anni dall’inizio del finanziamento.

Tuttavia c’è un caso che fa eccezione. Coloro che hanno sottoscritto un prestito pluriennale di cinque anni possono accedere al rinnovo anche prima dello scadere dei due anni di rimborso. Tuttavia è necessario che tale rinnovo sia in favore di un prestito di durata decennale. Inoltre per poter accedere al servizio il richiedente non deve aver mai usufruito di un prestito pluriennale decennale, neanche in passato.

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